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esercizio di sestina lirica

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UN TUFFO DOVE IL MARE E’ PIU’ BLU


 

Il cielo oggi nel mare s’è tuffato  

e le montagne sembra di toccare.  

C’è un’aria bella che mi fa gioire  

nella serenità con un respiro  

e quello che io sento in fondo al cuore  

è come pace, summa di speranza.

 

Quante volte ho affidato alla speranza  

il grigiore di un giorno che, tuffato  

nell’acqua sporca delle cose, al cuore  

non rendeva la grazia di toccare  

quella semplicità, come il respiro  

di un bambino che sogna di gioire.

 

Quante volte ho sognato di gioire,  

ma altrettante ho ceduto, la speranza  

perdendo e soffocando il mio respiro.  

Come un frollino dentro al tè tuffato  

la vita mia ho sfaldato. - Non toccare  

il fondo! – Questo strepitava il cuore.

 

Ed ha una sua ragione sempre il cuore  

che trova beneficio nel gioire.

- Se alte vette si vogliono toccare  

amica devi farti la speranza!

- Così, un bel giorno, gli occhi miei ho tuffato  

dentro il tuo sguardo azzurro e fu respiro. 

 

L’amore! Ecco il vero, gran respiro!  

Esulta l’anima, la mente e il cuore  

e, nel coraggio d’essermi tuffato,  

ho imparato a nuotare e anche a gioire 

E grazie mille volte alla speranza  

se la felicità si può toccare!

 

Toccare, sì, le mani sue toccare;

 respiro, sì, nei baci suoi il respiro.

 La ricompensa è questa, se speranza  

fa il nido come rondine nel cuore  

ed ogni giorno è sempre un gran gioire

 come un cielo che in mare s’è tuffato.

 

In amore tuffato, ora toccare

posso la vita e in respiro gioire  

con la speranza cullata nel cuore.

 Lorena Turri - 04/03/2013 09:46:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

Caro Lorenzo,ti ringrazio, ma non era necessario un tale encomio...a me piace parlare di versi, di generi, di rime e quant’altro. Se sbaglio mi piace anche essere corretta. Un verso metrico sbagliato, è una cosa orribile, ad esempio. Quindi hai fatto bene a esternare i tuoi dubbi sulla sestina lirica.
Il confronto è sempre utile sia all’una che all’altra parte.
Un caro saluto e un grazie di nuovo.

 Lorenzo Tosco - 03/03/2013 19:08:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Tosco » ]

Effettivamente mi sono accorto che la confusione l’ho fatta io e non certo la gentile autrice Lorena Turri. Ho confuso, per un obnubilamento mentale che può accadere, specie la sera, la sestina lirica, che risponde esattamente allo stile impostato da Lorena, con la sesta rima, nella quale la rima è obbligatoria secondo lo schema prefissato dalle regole.
Mi scuso pertanto per il mio errore con la gentil Lorena, complimentandomi di nuovo per la sua bella poesia.
Io non posso altro che dire che "sbagliando s’impara", ne prendo atto e d’ora in avanti, sicuramente, non confonderò più la sestina lirica con la sesta rima.
Ricopertomi dunque, non con l’alloro, ma con lo... sterco poetico, passo a salutare la brava e cortese poetessa.
Comunque questo dialogo è servito molto a me, e mi ha insegnato a non esssere precipitoso nelle affermazioni, specie con un’autrice che dimostra di conoscere assai bene i generi poetici.

Lorenzo C.

 Lorena Turri - 02/03/2013 11:19:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

Grazie del commento Lorenzo. Non capisco dove ho sbagliato, io mi sono attenuta allo schema dantesco di "Al poco giorno e al gran cerchio d’ombra". Ovvero: una sestina iniziale senza rima ma con parole-rima in fine di ogni verso che ruotano secondo uno schema detto "retrogradatio cruciata" con un congedo di tre versi ove, a coppia, in ogni verso ricompaiono le parole-rima di cui una in fine di verso.

La sestina lirica non va confusa con la sesta rima o sestina narrativa, rimata ABABCC.

 Lorenzo Tosco - 02/03/2013 10:46:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Tosco » ]

Ti faccio anche io i più sinceri complimenti per una poesia sritta con grande impegno sentimentale e che pertanto viene molto gradita dal lettore.
Però stai attenta. Il titolo è "sbagliato" perchè la tua poesia non è attinente alla sestina lirica, ma a una sestina impropria in endecasillabi non rimati.
La sestina lirica invece comporta sena possibilità di deviazioni l’obligo che i versi siano rimati secondo un determinato schema.
Spero non ti sia dispiaciuta questa osservazione, mentre ti ripeto che la tua poesia, inquadrata in ottimi dndecasillabi, mi è piaciuta.
Mi raccomando: il prossimo esecizio di sestina fallo con le rime come prescritto da quel genere poetico. Altrimenti non chiamarla sestina lirica.
Per la metrica e i generi di poesia sono un gran pignolo, sicuramente risulto antipatico, lo so.

 Cristiana Fischer - 01/03/2013 22:55:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

complimenti!

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